La lista nera dei paradisi fiscali nel 2015 viene aggiornarnata nuovamente dall’Italia. Infatti, la mappa dei paradisi fiscali nella black list ha subito un taglio notevole.Dopo l’uscita della Svizzera e di molti altri paradisi fiscali europei ora viene il turno di ben 21 Paesi considerati dalle leggi Italiane non piu’ paradisi fiscali e sparsi in tutto il mondo. Con il decreto firmato di recente sono stati tolti dalla black list sulla indeducibilità dei costi e sulle Controlled Foreign Companies 21 giurisdizioni che hanno un accordo bilaterale e che consentono lo scambio di informazioni in materia di fisco.
Tra i paradisi fiscali europei sono fuori Alderney, Jersey, Herm, Guernsey appartenenti alle Isole del Canale e l’Isola di Man con molti altri Paesi legati alla Gran Bretagna usciti anche loro dalla black list come le Isole Vergini Britanniche, Gibilterra, le Isole Cayman, le Isole Turks e Caicos e altre giurisdizioni esotiche come le Antille Olandesi, l’Isola di Aruba e Anguilla, senza dimenticare le Bermuda, Costarica e Belize.
Fuori della lista nera anche gli Emirati Arabi Uniti, Singapore, le Filippine, Monserrat, la Malesia e le Isole Mauritius.
Ora viene considerato come elemento rilevante per essere inclusi nella black list e quindi essere considerato un paradiso fiscale la mancanza di un soddisfacente scambio di informazioni.Se i Paesi rispettano questo criterio si possono dedurre i costi relativi a transazioni fatte con queste giurisdizioni senza dover porre attenzione al livello di tassazione del Paese in questione.
Per le imprese controllate estere, Controlled Foreign Companies (CFC), qui ci si basa oltre che per lo scambio di informazioni anche sul livello di tassazione delle imprese controllate estere che non devono essere in un Paese con tasse inferiori del 50% di quelle Italiane.
Artcolo tratto da http://paradisifiscaliltd.com/: